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DJ CONTE GALE'
Un'artista in radioj

Il Conte Galé - al secolo Gabriele Galeotti – nasce a Bologna e inizia la sua carriera artistica con gli studi di scenografia all'Accademia di Belle Arti di Firenze e di recitazione alla Scuola di Teatro Galante Garrone di Bologna. Studia e matura esperienze anche in altri campi, dalla danza classica alla regia e ai costumi. Recita tra l'altro in alcuni film: "I miei più cari amici" e "Caino e Caino", entrambi di Alessandro Benvenuti, "Né terra né cielo" di Giuseppe Ferito e "Monsieur" di Raffaele Piscitelli.
Attualmente conduce, insieme ad Amadeus, "Miseria e Nobiltà", dal lunedì al venerdì dalle 13:00 alle 15:00 su RTL 102.5.

Come nasce la tua passione per l'arte?
Ho amato l'arte fin da bambino e ho sempre avuto le idee molto chiare sul tipo di studi che avrei voluto fare. Inizialmente volevo fare l'architetto e infatti mi spostai a Firenze per fare prima il liceo artistico con indirizzo architettura e poi l'Accademia di Belle Arti con indirizzo scenografia. Poi l'ambizione di fare teatro, non dietro le quinte, ma da attore, mi portò a studiare tre anni alla scuola di teatro a Bologna. Ho sempre amato ogni forma d'arte, dalla pittura al teatro alla danza. Infatti ho studiato anche danza classica a Firenze, in una scuola in uno dei palazzi più antichi di Piazza della Signoria. Mentre noi ragazzi eravamo alla sbarra facevamo una vera immersione nell'arte, perché dalle vetrate vedevamo il Nettuno, la Loggia dei Lanzi, gli Uffizi e Palazzo Vecchio.

La radio com'è arrivata?
L'unica cosa che non avrei mai pensato di fare è la radio. Nel 2000 iniziai a fare delle pillole settimanali telefoniche in un programma di Alessandro Masti, speaker fiorentino di RTL. La cosa andò avanti per alcuni mesi, mentre io continuavo a fare teatro, come il mimo danzatore nelle opere o al Maggio Musicale Fiorentino. Renzo Suraci, patron di RTL, chiese di conoscermi per capire se ero interessato a fare la radio. Feci una specie di stage di due settimane nell'agosto del 2001, inizialmente dalla sede di Roma. La cosa andò bene e da quel momento non ho fatto altro, dato che vado in onda tutti i giorni in diretta anche in video. In effetti noi di RTL siamo stati gli inventori della radiovisione, i primi a fare radio in visione. Poi questa cosa ha preso sempre più piede, perché prima avevamo un canale su Sky, ora col passaggio al digitale ne abbiamo anche uno nostro sul digitale. Alla fine in fondo tutto torna, perché quando iniziai la radio pensai che avrei dovuto accantonare il discorso immagine, il mio interesse per la scenografia e del costume. E invece no.

Il motivo del tuo successo in radio forse risiede nel tuo modo di porti così garbato ed educato, quasi di rottura al giorno d'oggi.
Sì è vero sono un diverso per educazione e credo di aver successo per questo. Qualche anno fa si era arrivati a un punto di non ritorno a livello di volgarità e di maleducazione. Ma adesso molti hanno voglia di tornare a un minimo di educazione e questo ho modo di testarlo ogni giorno attraverso gli sms e le mail in radio. Io poi ho avuto la fortuna di trovarmi in un ambiente a me consono, dove c'è il mio stesso livello di educazione e di rispetto verso gli altri. Certo, nessuno fa il conte come me! (ride)
Qualche tempo fa ti sei espresso in modo molto pacato e garbato sull'infelice uscita di Cassano sui gay. C'è qualcos'altro che vorresti dire a riguardo?
Cassano rappresenta un certo tipo di italiano, che pensa e si esprime come lui. Si è fatto scappare quella parola infelice, ma alla fine la figuraccia l'ha fatta lui. La polemica che ne è venuta fuori è anche un po' esagerata. Bisogna anche valutare da chi arriva la battuta. Qualcuno mi disse che anche Sgarbi quando sbraita usa spesso la stessa terminologia, riferendosi ai gay. E' importante però il contesto della parola che usi. Non mi è mai sembrato di percepire omofobia da parte di Sgarbi e quando usa certi termini li usa come provocazione. A Cassano invece è scappata proprio la tamarrata, di chi come lui certe scelte di vita le identifica usando il termine dispregiativo. Non lo trovo quindi giustificabile. Da parte sua è stata una leggerezza magari. Non l'ha fatto né con cattiveria, né per offendere nessuno. Certo se gli scappa un termine del genere è diseducativo per le nuove generazioni, perché i calciatori sono degli idoli per loro. Io nutrivo e nutro ancora la speranza che le nuove generazioni siano migliori. Internet ha fatto tanto da questo punto di vista. Nel bene e nel male. Essendo più informati, c'è meno omertà sul discorso omosessualità. I ragazzi oramai sanno che ci sono tantissime persone omosessuali e più se ne parla più diventa normalità. Forse se queste persone prima di usare questi termini avessero la sensibilità di capire che stanno ferendo chi spesso non ha avuto una vita facile, magari si renderebbero conto di ciò che dicono.
Dalle mail e sms che ricevi chi ti segue di più e in che fascia d'età?
Le donne. Come fascia d'età per fortuna RTL ha lavorato molto sulla trasversalità, sia a livello di musica sia di speaker. Abbiamo un modo di porci che va bene per tutti, dai bambini passando per gli adulti agli anziani. Mi scrivono dalle mamme di bimbi piccolissimi, ai bambini di sei sette anni fino alle signore di novant'anni. Mi fa molta tenerezza quando soprattutto un anziano ci scrive che riusciamo a strappargli un sorriso e a non fargli pensare ai problemi di tutti i giorni.

Il tuo nome da dove nasce?
E' un po' come una mia firma. Galé è l'abbreviazione del mio nome Galeotti. E poi mi chiamo Gabriele da qui Ga-lé. Quando facevo l'accademia e disegnavo i bozzetti dei costumi firmavo Galé, prendendo spunto magari inconsciamente dal grande figurinista del Novecento Erté, che ammiro molto.

In teatro in che veste ti vedi? Attore, scenografo o che altro?
A questo punto più dietro le quinte, perché avendo la diretta ogni giorno, sarebbe impossibile fare qualunque tipo di tournée teatrale.

Potendo invece fare una tournée cosa ti piacerebbe fare? E quali autori?
Tornare a recitare. Io ho fatto un pochino di tutto, persino il teatro dell'assurdo. Avendo fatto la scuola di teatro a Bologna dove si lavorava molto sul corpo e sulle maschere ho fatto anche molta commedia dell'arte. La mia prima cosa teatrale fu proprio "Il pantalone impazzito" al Teatro Due di Parma.

C'è qualcosa di te che non riesce a trasparire in radio?
Forse che sono più normale di quanto sembri. Ora che mi stai conoscendo vedi anche tu che sono una persona alla mano. Forse in radiovisione risulto più personaggio, vuoi per la coda e il basco bianco, anche se in effetti il mio modo di fare è sempre molto spontaneo. Per me l'immagine è importante, è un po' la mia seconda pelle. Il modo in cui mi agghindo nasce dentro di me, non ho avuto un curatore d'immagine che ha deciso di imbastirmi in questo modo. Il basco ha origini lontane: quando facevo il liceo artistico il mio professore di figura diceva che assomigliavo all'autoritratto giovanile di Raffaello agli Uffizi.

I tuoi gusti artistici in ogni campo?
Non ho miti particolari, anche se ho delle mie preferenze.

In teatro?
Avendo molta complicità con il mondo femminile penso subito a Mariangela Melato. Ho conosciuto poi anche altri grandi come Albertazzi e Gassman quando ebbi modo di fare i provini per la Bottega di Gassman a Firenze. Ad Albertazzi piacqui molto, forse perché anche a lui fiorentino ricordavo un po' un personaggio del Rinascimento.

Un altro toscano come Paolo Poli? Come garbo tu lo ricordi molto.
Lo prendo come un complimento esagerato, perché secondo me Paolo Poli è una persona straordinaria a livello di talento. Vedere un suo spettacolo è come andare in biblioteca a studiare. I suoi spettacoli sono sempre stati infarciti di citazioni culturali a ogni livello. Lo potrei quasi considerare, senza essermene mai reso conto, uno dei miei maestri, perché ho sempre amato il suo modo di fare cultura con estrema leggerezza. Potessi arrivare a ottant'anni con la sua lucidità, il suo cervello e la sua prontezza.

Il tuo rapporto con la moda?
Pensa che all'Accademia di Belle Arti feci la tesi sulla moda intesa come arte. In quel periodo ebbi modo di immergermi nel mondo della moda e delle sfilate. Vidi forse l'ultima sfilata a Palazzo Pitti.


(Intervista di Isabella Rotti)

 

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